Disturbi trattati
Il rapporto con il cibo e con il proprio corpo diventa metafora e specchio delle relazioni tra sé e il mondo esterno, tra l’interno e l’esterno.
Il corpo diventa lo strumento a cui delegare l’espressione del disagio psichico che non può essere celato ma che sempre più difficilmente risulta veicolato dalla parola.
Dire qualcosa con il corpo spesso equivale a esprimere angosce profonde che non trovano altro canale di comunicazione, serve a proteggere un Io fragile e bisognoso ma rappresenta anche in maniera illusoria, la conquista di uno spazio di autonomia.
L’anoressia nervosa rappresenta una lotta continua tra un bisogno fisiologico essenziale di nutrimento e un desiderio di magrezza per poter affermare la propria individualità.
Ciò che contraddistingue tale disturbo è infatti la ricerca frenetica della magrezza che si realizza attraverso diete ferree, calcolo ossessivo delle calorie, eccessivi sforzi fisici, controllo spasmodico del peso. Tutto ciò che si desidera apparentemente, è migliorare e controllare la propria immagine, vivendo nell’opprimente paura di ingrassare.
Non essendo sempre facile controllare la propria fame, anoressia e bulimia possono alternarsi ciclicamente.
Le persone che soffrono di bulimia danno un’importanza esagerata al peso e all’aspetto fisico, elementi centrali rispetto alla valutazione del proprio Sé.
La persona bulimica però, differentemente da quella anoressica, non riesce ad annullare la soddisfazione dei propri impulsi lasciandosi sopraffare dall’assunzione incontrollata di grandi quantità di cibo e facendo poi ricorso all’uso di inappropriati metodi compensatori per prevenire il conseguente aumento di peso (vomito auto-indotto,lassativi, diuretici).
Chi ne soffre tende a vivere il suo comportamento alimentare in maniera segreta, privata provando una profonda vergogna e devastanti sensi di colpa per non essere riusciti a controllare i propri impulsi. Le due stanze della casa (cucina e bagno) che custodiscono questo segreto sono considerate come intoccabili in quanto identificabili come parti di Sé.
In questa categoria diagnostica rientrano tutte quelle situazioni in cui non è possibile fare una diagnosi precisa di Anoressia o Bulimia nervosa perché i sintomi non soddisfano né l’una né l’altra sindrome ma esiste un rapporto distorto con il cibo e con il proprio corpo come per esempio nel disturbo da alimentazione incontrollata.
Questo disturbo è caratterizzato da costanti perdite del controllo alimentare, le cosiddette abbuffate, durante le quali vengono ingerite grandi quantità di cibo, spesso ipercaloriche in un tempo limitato.
Ciò che caratterizza le abbuffate è la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare continuando a farlo pur essendo sazi. Le orge alimentari non sono seguite da strategie compensatorie incorrendo quindi in un notevole aumento di peso.
Il comportamento alimentare rispecchia le modalità relazionali ricorrenti di chi soffre di tale disturbo ovvero modalità possessive, fagocitanti, senza confini del tipo tutto o nulla.
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“Che cos’è per te un disturbo alimentare? Secondo me sono strategie della mente per anestetizzare il dolore esistenziale. “Se...
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