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Dipendenza affettiva

Disturbi trattati

La dipendenza affettivo-relazionale trova spesso origine nella relazione in cui si alimenta, in altre parole sono storie che non si vivono mai da soli ma in due, donne fragili alla ricerca di uomini forti, e uomini forti attratti da compagne sottomesse, sulle quali possono esercitare il loro potere.

Un dipendente affettivo è una persona emotivamente troppo coinvolta e dipendente da un’altra persona, in una forma di relazione disfunzionale all’interno della coppia definita co-dipendenza.

Le persone dipendenti si trovano spesso a sacrificare totalmente la propria vita personale, i propri interessi e a trascurare persino i loro stessi sentimenti, al fine di dedicare tutta la propria  attenzione al partner. Lo spazio mentale è occupato totalmente dalla preoccupazione per il disagio del compagno o della compagna, della cui condotta si sente responsabile, sviluppando un atteggiamento del tipo “io ti salverò”. Le donne sembrano essere più vittime di questo tipo di dipendenza perché investono maggiormente nella vita affettiva, gli uomini sono spesso più interessati al successo professionale e sociale.

Come si riconosce la dipendenza affettiva?

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, non riconosce la “dipendenza affettiva” ma  descrive invece un disturbo della personalità dipendente, come un bisogno eccessivo di essere accuditi. Riflette un comportamento sottomesso e aderente a una paura della separazione.

Alcuni dei criteri che definiscono tale condizione sono:

  • La persona non è in grado di prendere le decisioni da sola e si affida a qualcun altro, si sente a disagio e indifesa quando è sa sola, un timore eccessivo di essere incapace di provvedere a sé stessa;
  • Paura costante di essere  abbandonata;
  • Non è in grado di esprimere disaccordo con gli altri per paura di perdere il loro sostegno;
  • Una forte insicurezza e la paura di non essere mai abbastanza per gli altri e per il partner;
  • Quando chiude una relazione stretta ne cerca urgentemente un’altra, come fonte di accudimento e di sicurezza.

Cosa succede nei rapporti di coppia?

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, non riconosce la “dipendenza affettiva” ma  descrive invece un disturbo della personalità dipendente, come un bisogno eccessivo di essere accuditi. Riflette un comportamento sottomesso e aderente a una paura della separazione.

In una coppia, ciascuno è il sintomo dell’altro, scriveva lo psicanalista francese Jacques Lacan. Un coniuge che è un manipolatore saprà trovare nella partner la pecca o la vulnerabilità che consentirà un rapporto di dipendenza, la messa in atto di un processo di influenza.

Tutto comincia con una frase che svaluta, un piccolo attacco verbale che progressivamente mina la fiducia della donna e le impedisce di difendersi. A poco a poco perde senso critico come se la sua mente fosse offuscata. E’ incapace di  prendere una decisione o reagire, fino alla destabilizzazione totale. La donna non sa più chi è e cosa vuole.

Potremmo tranquillamente parlare di violenza psicologica, si manifesta appunto attraverso una serie di frasi e atteggiamenti umilianti e sprezzanti, i quali descrivono un quadro deprovevole della donna stessa. Spesso subdola questa forma di violenza, è difficile da identificare e colpisce in particolare l’immagine e l’autostima. Sono donne che possono esistere e realizzarsi solo nello sguardo dell’altro, non immaginano di poter essere amate per quello che sono.  L’angoscia della solitudine e la paura dell’abbandono, spesso radicati fin dalla più tenera età, creano terreno fertile a questo tipo di dipendenza.

La Psicoterapia

Il primo importante passo di cambiamento è riconoscere di trovarsi in una situazione di dipendenza dall’altro e chiedere aiuto.

L’obiettivo principale della psicoterapia è quello di riconoscere e costruire un proprio Sé, migliorare la propria autostima e la consapevolezza di sentirsi delle persone complete anche senza l’altro. Ci suole tempo ma è possibile costruire un Sé sufficientemente valido.

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